POST AGGIORNATO IL Ottobre 12th, 2023
Mariaelena per 10 anni ha fatto l’insegnante, poi, è diventata mamma e tutto è cambiato. Nel cercare il corredino per il suo bimbo, ha compreso quanto fosse difficile trovare un prodotto come lo voleva lei: morbido, in tinta unita, comodo. Proprio da qui, nasce Little Sailor, un marchio di capi di abbigliamento in bambù, disegnato da una mamma per il proprio bimbo.
Aprire uno shop online
Francesca Sparaco:
Puoi raccontarci come è iniziata la tua avventura online? Perché hai deciso di aprire uno shop?
Mariaelena:
L’idea è nata dal prodotto. Volevo offrire un prodotto che fosse di altissima qualità alle mamme italiane, ma che avesse anche un prezzo accessibile.
Vendere online permette di tagliare molti costi, che vanno dal costo della distribuzione al margine dei negozi, a molte altre voci spesa, che, così, non pesano sul prezzo finale all’utente.
Oggi, lo shopping online è una pratica diffusa, per cui ho detto: proviamoci! Proviamo ad abbattere un po’ di costi.
Francesca Sparaco:
Tu l’hai aperto il tuo shop online prima o dopo la pandemia?
Mariaelena:
L’ho aperto appena dopo. L’idea è nata in pandemia e, poi, ho sviluppato il prodotto. Ci è voluto più di un anno per trovare i giusti materiali, il design e per fare in modo che tutto fosse perfetto. Una volta avuto il prodotto in mano, ho aperto lo store.
Francesca Sparaco:
La pandemia ha sdoganato l’acquisto online. Secondo me, oltre all’intuizione, sei stata brava a cogliere il momento. Con la pandemia tutte le persone, anche quelle più reticenti, che non volevano acquistare online, si sono trovate costrette a farlo e proprio questo, forse, le ha un po’ abituate ad acquistare con questa modalità.
Shop online e metodi di pagamento
Mariaelena:
Ho visto che, con la pandemia, per tanti si è sbloccata l’idea che l’acquisto online fosse in qualche modo pericoloso. Ci sono i resi gratuiti e delle modalità di pagamento, tipo PayPal, che forniscono anche al cliente una garanzia.
Francesca Sparaco:
Pay Pal ha una commissione alta rispetto alle carte di credito, vero?
Mariaelena
Certamente. Però, vedo che toglie la diffidenza all’utente. Io ricevo la maggior parte dei pagamenti tramite quella piattaforma, perché comunque per l’utente la sicurezza ha un valore importante.
Francesca Sparaco
Sono d’accordo, anche io nei miei corsi lo lascio sempre (anche se si mangia una bella fetta di commissione rispetto alle altre carte di credito). Vedo anche io che da quel senso di sicurezza, essendo un conto che ha un plafond limitato. In più, non ti devi alzare per andare a prendere la carta di credito, ma l’hai già salvata. Si apre il pop-up di Pay Pal ed acquisti. Anche questo, nella fase della decisione di acquisto, fa la differenza. Non c’è tempo per ripensarci.
Un consiglio: quando avete uno shop online, valutate tutti i mezzi di pagamento e inserite i più possibili. Non potete dare solo poche opzioni, altrimenti togliete una parte di pubblico. Dovete offrire tutte le alternative disponibili, se volete vendere online.
Serve la SEO per vendere online? Scegliere la piattaforma giusta
Francesca Sparaco:
Ti sei fatta aiutare da qualcuno o hai fatto tutto da sola? Come hai iniziato la tua attività online?
Mariaelena:
Little Sailor sono io. Mi sono occupata della fotografia, dello sviluppo dei prodotti, del magazzino, di trovare, poi, un commercialista. Devo dire che sono abbastanza pratica nel mondo informatico. Non conoscevo, però, niente di SEO.
Ho creato il mio sito con Shopify, che, sicuramente, è uno strumento che aiuta, per quanto abbia un costo che incide. Poi, un po’ alla volta, mi sono formata. Specialmente, tramite SparkyLab, perché mette a disposizione un sacco di contenuti gratuiti e a pagamento.
Una delle prime cose che ho fatto, quando ho messo su il sito, è stata prenotare una consulenza con te, nel corso della quale hai fatto il check up iniziale del sito. Io pensavo fosse a posto, invece, mi hai dato un sacco di consigli. È stato veramente molto utile.
Francesca Sparaco:
Nella scelta di Shopify, ti sei fatta consigliare o se sei stata lungimirante?
Mariaelena:
Ho cercato “come si apre uno shop online” e, tra i vari blog, Shopify era suggerito.
Francesca Sparaco:
Shopify è la piattaforma migliore per un’artigiana che ha qualche problemino con la SEO.
WordPress dà più libertà, però, bisogna mettere in conto di avere una persona, un webmaster, che lo aggiorna tutti i mesi. Quindi, in realtà, quel costo che paghi a Shopify lo pagheresti comunque a un webmaster. Se il sito va giù, infatti, non vendi.
Serve la SEO per vendere online? Le sfide principali per chi apre uno shop online
Descrizioni prodotti
Francesca Sparaco:
Quali sono le principali sfide che hai affrontato quando sei partita?
Mariaelena:
Creare le descrizioni dei prodotti. Si potrebbe pensare “più facile di così! Descrivi il tuo prodotto!”. In realtà, come poi tu hai ben spiegato anche durante il Seo Bootcamp, google non apprezza i doppioni.
Devi trovare per ogni prodotto descrizioni uniche e significative, che, in qualche modo, incorporano le parole chiave.
Definire il prezzo dei prodotti
Francesca Sparaco:
Invece, ad esempio, nella definizione del pricing, da un punto di vista proprio di mercato, cosa hai fatto all’inizio? Ti sei fatta un po’ di “benchmarketing”, cioè sei andata a guardare i tuoi competitor? Prima mi dicevi che nessuno aveva ancora sviluppato questa fibra naturale quando sei partita. Hai sfruttato questo vantaggio competitivo? Se sì, come lo hai adattato al mercato italiano? Hai cercato di guardarti intorno e vedere altre artigiane che vendevano prodotti fatti a mano sostenibili che posizioni avevano e che fascia di prezzo avevano?
Mariaelena:
C’è stata un’indagine preliminare.
La prima cosa che ho analizzato è quanto costava a me il prodotto. Mi sono chiesta quanto mi sarebbe costato avere il prodotto e quanto potevo permettermi di chiedere a un utente finale, in modo da non perdere soldi nel vendere. È, poi, partita l’indagine su quello che già esiste sul mercato. Non esiste solo il bambù, esistono molte altre fibre. Il prezzo che noi proponevamo doveva essere in linea con quello che è il mercato.
Ho visto che i prezzi dei competitor, o comunque di chi proponeva cose simili, erano più elevati rispetto al costo di produzione per cui c’era un margine sufficiente per provarci.
Curare i social
Francesca Sparaco:
Quindi c’era il marketing fit, c’era la tua idea e c’era anche il mercato, che era pronto per un prodotto con il tuo posizionamento. Direi perfetto. Diciamo che la sfida all’inizio è stata quella di creare le descrizioni dei prodotti. Oggi, invece, cosa trovi più difficile nel portare avanti il tuo shop?
Mariaelena:
Oggi la parte più difficile per me è stare sui social. Siamo nel 2023, non puoi non esserci sui social perché sennò di fatto non esisti.
La creazione di contenuti è, però, un lavoro a sé. Devono essere creativi, non banali, non devono annoiare, bisogna programmarli, filmarli, fotografarli, editarli, caricarli con le caption.
Ci vorrebbe una persona che fa solo quello. Io oltre a quello faccio le spedizioni, mi occupo dello sviluppo dei nuovi prodotti, del riassortimento del magazzino.
I social sono un lavoro molto faticoso ed è proprio per questo che ho deciso di indagare cosa fosse la SEO, di approfondire questo aspetto per portare traffico organico al sito e, quindi, per non avere la pressione di dover sempre stare sui social per attirare l’interesse degli utenti.
Francesca Sparaco:
La difficoltà maggiore di chi ha un business come il tuo, di chi porta avanti il suo business da sola è la sensazione di non riuscire a fare tutto. I social sono un’attività a sé stante ed ormai il mondo dei social è talmente affollato…
Quando sono partita io non c’era nessuno. Chi è partito con anticipo ha sfruttato il vantaggio di essere uno dei pochi e lo sfrutta ancora oggi.
Oggi l’algoritmo onestamente non supporta. Non è che se hai un prodotto di qualità fa vedere il più possibile il tuo contenuto.
Per andare virale il tuo contenuto deve essere, non solo, altamente creativo, ma deve essere adatto a un’ampia fascia di pubblico e non solo a quelli a cui parli tu.
Quindi ovviamente chi, come me, parla di sé o chi, come te, parla di prodotti per bambini, parla ad un target specifico.
Questa è la difficoltà di fare marketing del proprio brand e creare contenuti su piattaforme che non sono nostre, che non ci aiutano ad essere visibili e, soprattutto, dove i contenuti durano pochissimo.
Un’artigiana deve sapere di SEO per vendere online
Francesca Sparaco:
Quindi diciamo che il traffico che arriva sul nostro sito, anche se noi non siamo sempre attive, è una gran cosa. Io quando apro la mia app di Google Analytics dal telefono e vedo che c’è gente sul mio sito penso “che bello, posso occuparmi di altro”.
Mariaelena:
Il mio obiettivo era quello di liberarmi dell’angoscia di dover portare traffico al sito tramite i social. Volevo imparare a portare traffico organico al mio sito e questo è quello che si insegna nel SEO Bootcamp.
Da qui, è nata la necessità di imparare di più sulla SEO.
Poi, in realtà, ho trovato i tuoi contenuti sempre in modo organico online e ho detto “se questa professionista riesce a arrivare in prima pagina coi suoi contenuti, vuol dire che sa come si fa” ed è per questo che ho scelto Sparky Lab nel guidarmi in questo percorso.
Come la SEO aiuta a vendere online
Francesca Sparaco:
Se dovessi descrivere il tuo brand, se dovessi raccontarci perché io devo scegliere proprio Little Sailor per l’abbigliamento dei miei bambini, tu che cosa risponderesti?
Maria Elena:
Le cose che vendo le progetto in primo luogo per i miei bambini, per cui sono cose che io faccio prima per me. Quando decido che il prodotto è perfetto e può andare online, viene prodotto in quantità tale per cui finisce sul nostro sito. Si tratta di prodotti nati e testati sui bambini da una mamma che li ha pensati.
La praticità è in primissima linea e, poi, c’è la ricerca dei materiali. Ho scelto il bambù e il cashmere. Il bambù è una fibra che, oltre ad essere naturale, è traspirante, assorbe l’umidità ed ha una morbidezza che è difficile descrivere a parole. Questo è difficile da far arrivare online, perché in negozio fai sentire, ma online il tatto non c’è e quindi far passare questo messaggio è una sfida. Il cashmere è una fibra che si conosce da sempre, è la più morbida delle lane.
Noi vendiamo principalmente le copertine nascita in cashmere, che sono una di quelle cose che rimangono come ricordo per sempre. Vengono vendute ognuna nella sua scatola regalo, perché il principio è che chi compra una copertina in cashmere lo fa per regalarla.
Tante nonne mi scrivono che vorrebbero comprare una copertina in cashmere per le loro figlie o nuore.
Francesca Sparaco:
Ma come ti trovano?
Mariaelena:
Mi trovano, principalmente, con la ricerca organica perché siamo ben posizionati con diverse parole chiave. Se qualcuno scrive “copertina in cashmere” o “copertina in alto cashmere”, noi siamo in prima pagina e ci cliccano sopra.
Consigli per chi vuole avviare un attività online: la forza della SEO
Francesca Sparaco:
Cosa consiglieresti oggi a una solopreneur come te, che ha un’idea, un’intuizione e vuole portarla online?
Mariaelena:
Consiglierei di formarsi sulla SEO e di informarsi su chi fa la formazione SEO.
Io consiglio di seguire Sparky Lab. Per me è stato il punto di svolta. Non solo di seguirti sui social, ma io trovo la tua newsletter sempre illuminante.
La newsletter è un contenuto gratuito, che ha sempre dei contenuti on point, interessanti e rilevanti. Se, poi, possono seguire un Seo Bootcamp, lo consiglio super vivamente, perché io, tramite i tuoi insegnamenti, sono andata in prima pagina con diverse parole chiave e, quando sei in prima pagina, ti trovano.
Ci dicono sempre che con la SEO ci vuole tempo e ci vuole pazienza. Io, invece, dopo due mesi, ero in prima pagina. Con la parola chiave “body in bambù” sono il terzo/quarto risultato. Se sei in prima pagina su Google, la gente arriva e ti trova.
Ai body in bambù, in particolare, non riesco a stare dietro con lo stock, anche adesso sono sold out.
La SEO, il traffiico organico per un piccolo business come il mio è la vita. Perché, se non sei su Google, non ci sei.
Francesca Sparaco:
Se non sei su Google, non esisti. Se non ci sei, trovano i tuoi competitor e continui a produrre contenuti, che tra l’altro rimangono su una piattaforma che non è la tua, e non porti avanti il tuo business.
Tutti i canali vanno utilizzati e lo sai che dico sempre che non basta solo la SEO, però il problema dei piccoli business è che, invece, partono subito in quarta sui social e se la dimenticano.
Tutti parlano dei social e pochissimi parlano della nostra SEO, che è meritocratica, democratica e ci porta persone in target.
La forza della SEO è che chi cerca sta proprio cercando i nostri prodotti e servizi. La capacità di conversione è altissima proprio per quello.
Mariaelena:
Come tu, giustamente, ci raccontavi, chi ti trova sui social, ti trova per sbaglio. Non sta cercando qualcosa da comprare, ma è lì per intrattenimento. Mentre, chi cerca qualcosa su Google, è un utente che è pronto a comprare, sta cercando il tuo prodotto. Se ti trova in quel momento, la vendita è quasi fatta.
Ascolta l’intero episodio, cliccando qui.
Oppure guarda il video su YouTube.
Ti ricordo che, il 10 ottobre 2023, apre le porte il mio mentoring di gruppo, il SEO BootCamp. Ci saranno tante novità in questa edizione!
Se hai domande o dubbi puoi scrivermi oppure mandami un direct su Instagram.
Francesca